Quaglie ai petali di rosa

Oggi vorrei regalarvi una scena incantevole che lega il cibo e l’erotismo in modo indissolubile: Quaglie ai petali di rosa, da “Come l’acqua per il cioccolato”

Per  spingervi a sperimentare, assaggiare e godere ecco la ricetta originale del piatto.

 

 

Quaglie ai petali di rosa

 

Cuoco: Laura Esquivel

Ingredienti:

–          12 rose, preferibilmente rosse

–          12 castagne

–          2 cucchiai di burro

–          2 cucchiai di fecola di mais

–          2 gocce d’essenza di rose

–          2 cucchiai di anice

–          2 cucchiai di miele

–          2 teste d’aglio

–          6 quaglie

–          1 pithaya rossa

 

Preparazione:

«Spennare le quaglie, sviscerarle e metterle a friggere. Si leghino le zampe, perché l’uccello conservi una postura graziosa allorché messo a dorare nel burro, con una spolverata di pepe e sale a piacere.

Si stacchino con cura i petali dalle rose, in modo da non pungersi le dita. Una volta sfogliati, si macinano assieme all’anice.

A parte, le castagne si mettono a dorare, sgusciate, e si cuociono in acqua. Dopodiché le si riduce in purea. L’aglio sarà tritato finemente e messo a dorare nel burro; una volta ben fritto gli si aggiunge la purea di castagne, il miele, la pithaya macinata, i petali di rosa, e sale a piacimento. Per addensare un poco la salsa, vi si possono aggiungere due cucchiaiate di fecola di mais. Infine, si passa per un setaccio e vi si aggiungono solo due gocce d’essenza di rose, non di più.

Quando la salsa è ben condita si ritiri dal fuoco. Le quagli saranno immerse nella salsa per soli dieci minuti, perché se impregnino del suo sapore, dopodiché saranno tolte. Queste si mettono in un vassoio, gli si versa la salsa e si decorano con una rosa intera al centro e con petali ai lati, oppure si possono servire direttamente in un piatto individuale invece di usare il vassoio.»

 

 

Effetti della pietanza: «A Gertrudis successe qualcosa di bizzarro. Sembrava che l’alimento che stava ingerendo produceva in lei un effetto afrodisiaco, tanto che iniziò a sentire un calore intenso invaderle le gambe.

Sentì un’imperiosa necessità di fare un bagno e corse a prepararlo.

Il calore che esalava il suo corpo era talmente intenso che, presa dal panico di morire arsa dalle fiamme fuggì via correndo dalla stanza, così com’era, completamente nuda.

Juan abbandonò il campo di battaglia senza sapere perché. Una forza superiore controllava le sue azioni. Lo guidava l’odore del corpo di Gertrude. Arrivò giusto in tempo per scoprirla mentre correva in mezzo alla campagna.»

Senza smettere di galoppare per non perder tempo, si inclinò, la afferrò per la vita, la montò a cavallo davanti a sé sistemandola  in modo da stare faccia a faccia, e se la portò via.

Il movimento del cavallo si confondeva con quello dei loro corpi mentre realizzavano la loro prima copulazione in pieno galoppo e con alto coefficiente di difficoltà.»

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