Mangiami

“Mangiami” l’ho pescato per caso nella libreria di un’amica che voleva disfarsene. L’ho preso con una buona dose di convinzione: di nuovo il binomio sesso e cibo che tornava sotto forma di chiacchiere tra amiche.
L’ho letto in un giorno, estasiata da alcuni brani ed imbarazzata dalla confusione tra i personaggi del romanzo che leggevo e quelli del romanzo che veniva scritto all’interno del romanzo che leggevo, mentre io lo stavo leggendo…
Un fantastico rompicapo, attraversato da cibo, relazioni sessualsentimentali, amicizie tra donne e personaggi maschili di varia natura…tutti alla ricerca della ricetta per soddisfare il corpo e il cuore.
Ve ne propongo un breve estratto.

Mangiami
Fece scorrere le dita sui fichi freschi. Bizzarri sacchettini. Singolari, scuri, grinzosi, eppure assolutamente squisiti sulla lingua. Quando ha inventato i fichi Madre Natura stava sicuramente pensando a Padre Natura.
Eva alzò lo sguardo, gettando all’indietro i lunghi capelli neri e facendo girare attorno gli occhi azzurro ghiaccio. Il supermercato sembrava tutto suo. Sarah, l’unica cassiera di turno la sera tardi, aveva appena battuto il conto all’unica altra cliente ed era di nuovo presa dal suo fumettone tascabile. Non si sentiva altro che il ronzio dei vani frigorifero e il ritmo sommesso della musica registrata diffusa dagli altoparlanti. Il freddo artificiale del potente condizionamento attenuava quella che altrimenti sarebbe stata una cornucopia di odori di una sensualità quasi intollerabile, dal sentore dolce delle banane mature a quello pungente e agro di limoni e lime. Nei supermercati tutto è freddo, gli scintillanti pavimenti passati con lo straccio, l’acciaio gelido degli scaffali, la fluorescenza polare dell’illuminazione.
Eva prese un fico nel mucchio e lo annusò. Sporse la lingua e lo leccò. Se alla micina piace il latte, perchè non dovrebbero piacerle anche i fichi? sollevò lentamente la gonna nera sopra i bordi di pizzo delle calze. Non portava mutande. Non se le metteva mai. A che cosa servono? Si toccò e si scoprì calda e bagnata. Con l’altra mano si portò il fico tra le gambe. Lo usò per giocherellare con l’imboccatura della fica, prima con delicatezza e poi con vigore. Sentì la buccia del fico esplodere.

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