Storia dell’Occhio

L’occhio del gatto
Sono stato allevato in profonda solitudine e, fin dove posso ricordare, ero angosciato da tutto ciò che è sessuale. Avevo quasi sedici anni quando incontrai una fanciulla della mia età, Simone, sulla spiaggia di X. Le nostre famiglie erano imparentate alla lontana, i nostri rapporti ne furono affrettati. Tre giorni dopo esserci conosciuti, Simone e io ci ritrovammo nella sua villa, soli. Indossava un grembiule nero con un colletto bianco inamidato. Incominciavo a rendermi conto che lei condivideva l’ansia che provavo vedendola, ansia accentuata quel giorno dalla speranza che, sotto quel grembiule, fosse interamente nuda. (da Storia dell’Occhio, G. Bataille, 1927)
Storia dell’occhio é un breve romanzo del 1927, scritto da Georges Bataille (1897-1962). L’ho letto in un paio d’ore, in una bella giornata di sole, sdraiata davanti ad un mare calmo e trasparente. Mentre lo leggevo tutto si tingeva di rosso, il rosso della passione e del sangue, scoprivo un libro denso ed eccessivo, come sono densi ed eccessivi gli amori adolescenziali, i primi turbamenti del cuore e del corpo, le sperimentazioni e le provocazioni.
Dal mio punto di vista Bataille racconta un amore, un amore che esplora i desideri e le fantasie e da loro una forma concreta, un amore che non si ferma davanti a nulla pur di continuare ad esistere con il suo erotismo intenso e le sue trasgressioni.
Ma in sostanza scrive di un amore, un amore provocatorio, come le descrizioni delle pratiche erotiche dei due giovani e di chi a loro si accompagna, curioso, appassionato, un amore che investe tutto e che tutto pretende. Un amore che possiamo immaginare infinito nel suo svilupparsi e attorcigliarsi su di sé.
Racconta inoltre una protagonista femminile curiosa, affamata di vita e di passione, trasgressiva, sperimentatrice, alla ricerca della libertà dei sensi e del corpo. Una giovane donna che non si vergogna del suo desiderio e del suo piacere.
La perversione, la follia, la pornografia che altri hanno visto sono per me solo il mezzo per parlare di erotismo e di amore.
Altri, molto  più illustri e illuminati, hanno scritto di questo libro, perciò vi propongo degli stralci dalla prefazione di Alberto Moravia.
Lui ha visto molto, ma molto di più.
Dalla prefazione di Alberto Moravia
[…] l’erotismo è un elemento indispensabile, di qualsiasi operazione conoscitiva. […] 
[…] l’erotismo si rivela strumento di conoscenza soprattutto in quanto non è mai un fatto di natura o meglio soltanto di natura: esso comincia ad esistere al livello culturale. Ancora una volta, però, bisogna avvertire che il momento erotico nella cultura, se è accompagnato daconsapevolezza, non può che essere distruttivo; e se è inconsapevole non è erotico. Il rapporto tra erotismo e cultura si può, d’altra parte, articolare nel modo seguente: all’origine l’erotismo è inconscio; via via che si sviluppa la cultura, con la stessa gradualità si verifica il riconoscimento e il recupero dell’erotismo. […]
[…] l’erotismo ha in comune con l’ascesi mistica la svalutazione del mondo reale.
«Storia dell’occhio» di Georges Bataille, oltre che un piccolo capolavoro della letteratura d’avanguardia, è un buon esempio diromanzo reso corto ed essenziale dalla vampa divorante dell’erotismo. Ma pur essendo corto nel modo dei libri chiamati pornografici, cioè corto perché ridotto a poche variazioni del solo tema del sesso, non è forse tanto un libro erotico quanto un libro nel quale l’inquietudine religiosa è trasferita in una storia di fissazione sessuale.
Buona lettura
By |2018-07-16T12:51:56+00:00ottobre 17th, 2017|Categories: Letteratura|Tags: , , , , , |0 Comments

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